Gli errori di traduzione nella storia

Abbiamo già affrontato il tema degli errori di traduzione in questo blog, seppur limitatamente agli errori di traduzione nei menu dei ristoranti!

La comunicazione tra culture e nazioni ha spesso agito come ponte per l’integrazione, la comprensione e la collaborazione. Tuttavia, nel corso della storia, l’arte della traduzione ha visto una serie di incidenti in cui un piccolo errore ha avuto un impatto enorme, a volte persino alterando il corso degli eventi storici. Questi errori di traduzione riflettono non solo le sfide linguistiche ma anche le sfumature culturali che possono facilmente essere fraintese se non vengono gestite con attenzione. Questo articolo esplora in una rapida carrellata 22 esempi in ordine sparso in cui errori di traduzione hanno causato fraintendimenti, gravi problemi o hanno addirittura cambiato il corso della storia, ed è il primo di una “collana” in cui proporremo esempi di errori di traduzione che per diversi motivi e in differenti contesti hanno avuto una qualche conseguenza politica, di reputazione, di immagine, fino ad influire anche pesantemente sulla storia e sulla vita di milioni di persone.

La medicina di Galeno

Galeno di Pergamo, vissuto nel II secolo d.C., è stato uno dei medici più influenti dell’antichità. I suoi trattati sulla medicina sono stati la base per la formazione medica in Europa e nel mondo islamico per secoli. Tuttavia, durante il Rinascimento, quando le opere di Galeno furono tradotte dal greco e dall’arabo al latino, emersero alcuni gravi errori.

Uno degli errori più notevoli riguardava il sistema venoso. Galeno aveva descritto due tipi di vasi sanguigni, ma la traduzione latina fece sembrare che ci fosse solo un tipo. Questo errore ha portato a una comprensione errata della circolazione del sangue e ha ritardato i progressi medici in questo campo per anni.

Solo quando medici come William Harvey cominciarono a sfidare le idee tradizionali e a condurre le proprie ricerche, l’errore fu finalmente corretto. Questo episodio mette in luce l’importanza della traduzione accurata nel campo medico e le potenziali conseguenze quando gli errori sono perpetuati attraverso le generazioni.

La Bibbia di Wycliffe

La traduzione della Bibbia ha sempre rappresentato un’opera di grande responsabilità data la profonda importanza religiosa e culturale del testo. Nel XIV secolo, John Wycliffe intraprese la monumentale impresa di tradurre la Bibbia dall’antico al medio inglese, rendendo le Scritture accessibili a un pubblico più ampio. Tuttavia, una particolare traduzione in Matteo 5:9 potrebbe aver avuto implicazioni teologiche. L’originale “beati i pacificatori” fu tradotto come “beati i pacifici”. Anche se le parole possono sembrare simili, i “pacificatori” sono coloro che attivamente promuovono la pace, mentre i “pacifici” sono semplicemente quelli che evitano il conflitto. Questa sottile distinzione potrebbe aver influenzato l’interpretazione del messaggio di Gesù da parte dei lettori dell’epoca, indicando l’importanza di tradurre con attenzione, soprattutto quando si tratta di testi sacri o fondamentali per una comunità.

La Bomba di Hiroshima

Durante gli ultimi, drammatici momenti della Seconda Guerra Mondiale, la diplomazia e la comunicazione tra nazioni avevano un ruolo chiave nel decidere il destino di milioni di persone. Una parola mal tradotta ebbe conseguenze catastrofiche. I leader giapponesi, in risposta alla richiesta di resa degli Alleati, utilizzarono la parola “mokusatsu”, che ha molteplici sfumature di significato in giapponese. Può essere interpretata come “riflettere in silenzio” o “non fare commenti”. Tuttavia, fu tradotta come “ignorare” o “non prendere in considerazione”. Gli Alleati, interpretando questa risposta come un rifiuto netto di cooperare, decisero di procedere con l’uso delle bombe atomiche. Pochi giorni dopo questa traduzione errata, Hiroshima e Nagasaki furono rase al suolo. Un esempio doloroso di come una semplice parola, mal compresa, può scatenare eventi di portata storica e devastante.

Il Trattato di Waitangi

Nel 1840, le coste della Nuova Zelanda divennero teatro di un accordo che avrebbe dovuto segnare un momento di pacifica collaborazione tra i nativi Maori e i colonizzatori britannici. Il Trattato di Waitangi era destinato a garantire ai Maori diritti e protezione sotto la Corona britannica. Tuttavia, una discrepanza nella traduzione del trattato provocò decenni di conflitto e malcontento. Nel testo originale, si garantiva ai Maori “te tino rangatiratanga” sui loro territori, che può essere interpretato come “sovrana autorità” o “autodeterminazione”. Ma nella versione inglese del trattato, questo concetto fu tradotto come “sovrano dominio”, suggerendo che i britannici avessero il diritto supremo sulle terre Maori. Questo errore di traduzione portò a diverse dispute sulla vera intenzione del trattato, e le ripercussioni di questo fraintendimento sono ancora avvertite oggi, con la questione del Trattato di Waitangi che rimane un argomento di discussione centrale nella società neozelandese.

Il Trattato di Tordesillas

Nel lontano 1494, il Nuovo Mondo appena scoperto presentava una terra di opportunità e di sfide per le potenze europee dell’epoca. Spagna e Portogallo, due delle maggiori potenze navali, si ritrovarono a competere per le ricchezze delle terre appena scoperte. Per evitare conflitti, firmarono il Trattato di Tordesillas, un accordo volto a dividere le terre scoperte al di fuori dell’Europa tra le due nazioni. Il trattato prevedeva una linea di demarcazione, ma errori di traduzione e l’assenza di coordinate geografiche precise resero difficile determinare esattamente dove questa linea fosse. Questa ambiguità linguistica e geografica portò a secoli di contese territoriali tra le due nazioni. L’America del Sud, in particolare, divenne un mosaico di influenze spagnole e portoghesi, con territori che passavano di mano a causa delle diverse interpretazioni del trattato. Un semplice errore di traduzione e la mancanza di chiarezza geografica ebbero un impatto duraturo sullo sviluppo geopolitico dell’intero continente.

La Maledizione di Kruscev

Durante un periodo di tensioni elevate della Guerra Fredda, nel 1956, il primo segretario dell’Unione Sovietica, Nikita Kruscev, tenne un discorso in cui avrebbe detto: “Vi seppelliremo!” Questa frase, destinata a entrare nella storia come un segno del bellicismo sovietico, in realtà fu mal tradotta.

Il contesto del discorso suggeriva che Kruscev stesse effettivamente parlando del comunismo che, secondo lui, avrebbe sopravvissuto al capitalismo. Quello che voleva effettivamente dire era qualcosa del tipo “Saremo i vostri successori” o “Sopravviveremo a voi”, sottolineando la superiorità percepita del sistema comunista. Ma la traduzione divenne rapidamente un grido di guerra nelle percezioni occidentali, contribuendo a infiammare ulteriormente le tensioni tra Est e Ovest.

Questo errore di traduzione, sebbene piccolo, ha avuto un impatto significativo sulla percezione e sulla narrativa della Guerra Fredda, mettendo in luce la delicata natura delle relazioni internazionali e l’importanza di una comunicazione accurata.

“Button, button”

Durante uno dei tanti vertici cruciali della Guerra Fredda tra USA e URSS, un sottile gioco di parole e traduzioni imprecise ha rischiato di complicare ulteriormente le già tese relazioni tra le due superpotenze. Il presidente USA Kennedy si riferì a Kruscev, leader dell’URSS, utilizzando una parola che poteva essere interpretata come “avversario”. Tuttavia, nella traduzione all’orecchio di Kruscev, ciò che lui sentì fu “un pulsante”. In un’epoca in cui la pressione del “pulsante” nucleare era una preoccupazione costante e palpabile, questo errore di traduzione poteva avere conseguenze disastrose. Sebbene l’incidente non abbia portato a gravi ripercussioni, ha sottolineato l’importanza vitale di interpreti accurati e competenti in contesti diplomatici.

L’incidente della “Crisi dei 13 giorni”

Durante la Guerra Fredda, le tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica raggiunsero un picco drammatico durante la Crisi dei Missili di Cuba nel 1962. Le due superpotenze erano sull’orlo di una guerra nucleare. In un momento cruciale della crisi, un messaggio urgente da Nikita Kruscev, il leader sovietico, fu inviato al presidente americano John F. Kennedy. Questo messaggio era complicato e scritto in un russo formale e intricato. Quando fu tradotto inizialmente in inglese, il tono e alcune scelte lessicali facevano sembrare che l’URSS stesse minacciando gli USA e insistendo su posizioni più rigide. Una delle frasi più controverse fu interpretata come un’indicazione che l’URSS avrebbe proceduto con azioni militari, quando in realtà Kruscev stava esprimendo la speranza di evitare un confronto diretto. Fortunatamente, un interprete successivo, Vasiliy Arkhipov, suggerì una lettura alternativa e più conciliante del messaggio. Questa nuova interpretazione portò a una risposta più misurata da parte degli Stati Uniti, evitando di aggravare ulteriormente le tensioni. Se non fosse stato per questa correzione tempestiva nella traduzione, il corso della storia avrebbe potuto prendere una svolta molto più oscura.

“Ich bin ein Berliner”

Nel 1963, in piena Guerra Fredda, il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy visitò Berlino Ovest per mostrare il sostegno degli USA alla città divisa e al popolo tedesco. Durante un discorso tenuto di fronte a una grande folla, Kennedy pronunciò la frase “Ich bin ein Berliner”, cercando di esprimere solidarietà e affetto per i berlinesi. Tuttavia, l’aggiunta della parola “ein” nella frase ha portato a un significato letterale che suona come “Sono una ciambella di Berlino” (una popolare ciambella ripiena di marmellata).

Molti hanno sottolineato l’errore, sostenendo che avrebbe dovuto dire “Ich bin Berliner”. Tuttavia, la maggior parte dei berlinesi e dei tedeschi capì l’intenzione di Kennedy e apprezzò il gesto. Nonostante l’errore grammaticale, il messaggio di solidarietà e supporto fu chiaro e rimane uno dei discorsi più memorabili nella storia delle relazioni internazionali. Questo incidente mostra come, nonostante gli errori di traduzione o interpretazione, il contesto e l’intenzione siano spesso determinanti nella comprensione di un messaggio.

Il “chiaro come il cristallo” di Pepsi

Nel mondo degli affari, la traduzione accurata delle campagne pubblicitarie è essenziale per evitare imbarazzanti incomprensioni e potenziali catastrofi di marketing. Un esempio celebre è quello di Pepsi negli anni ’60. La compagnia lanciò una campagna pubblicitaria con lo slogan “Come Alive! You’re in the Pepsi Generation”, che intendeva comunicare energia, giovinezza e vitalità. Tuttavia, quando lo slogan fu tradotto e commercializzato in Cina, la traduzione risultò come “Pepsi fa tornare in vita i vostri antenati”.

Questo grave errore di traduzione ha causato confusione e preoccupazione tra i consumatori cinesi, molti dei quali erano comprensibilmente scioccati e offesi dall’implicazione che una bevanda potesse risvegliare i morti. L’incidente ha avuto un impatto negativo sulla reputazione di Pepsi in Cina per un certo periodo di tempo.

Il caso di Pepsi sottolinea l’importanza di una ricerca approfondita e di una traduzione accurata, specialmente quando si entra in mercati stranieri con culture e sensibilità diverse.

“Tutto ciò che si desidera” di Parker Pen

Quando l’azienda di penne Parker entrò nel mercato messicano, il loro slogan, “It won’t leak in your pocket and embarrass you”, fu erroneamente tradotto in “Non si legherà nella tua tasca e ti feconderà”. Un errore clamoroso che dimostra quanto possa essere rischioso trascurare la fase di verifica delle traduzioni in campagne di marketing internazionali.

Il Vino e la Coca-Cola

Nell’ambizioso tentativo di espansione nel vasto mercato cinese degli anni ’20, la Coca-Cola cercò un nome cinese che suonasse simile all’originale. Tuttavia, il primo tentativo di traduzione ebbe un risultato curiosamente macabro e assurdo: “morsicare il girino di cera”. Questa interpretazione strampalata ha messo in luce le sfide di tradurre brand riconoscibili in lingue con suoni e significati radicalmente diversi. Fortunatamente, la Coca-Cola riconobbe rapidamente l’errore e corresse la traduzione, ma l’incidente serve come monito per le aziende che cercano di fare breccia in nuovi mercati senza una comprensione adeguata della lingua e della cultura locali.

Il Caso “Camel”

La sigaretta Camel, famosa in tutto il mondo, affrontò un inaspettato contrattempo pubblicitario quando cercò di entrare nel mercato francese. L’affermazione in inglese “Camel cigarettes are mild” doveva trasmettere l’idea che le sigarette Camel fossero leggere e piacevoli. Tuttavia, la traduzione francese finì per suggerire che “Le sigarette Camel sono per i deboli”. Lontano dall’immagine di mascolinità e robustezza che la marca sperava di comunicare, questo errore di traduzione offuscò il messaggio e la reputazione del prodotto in Francia.

Jimmy Carter in Polonia

Il presidente Jimmy Carter, durante una sua visita in Polonia nel 1977, desiderava esprimere la sua intenzione di comprendere meglio i desideri del popolo polacco. Tuttavia, l’interpretazione di questa affermazione finì per suonare come “desidero il popolo polacco”, suggerendo un’attrazione personale piuttosto che un interesse diplomatico. Questo piccolo ma significativo errore di traduzione fece sorgere sorrisi imbarazzati e titoli di giornale, dimostrando ancora una volta quanto possa essere delicato il lavoro di interpretazione in contesti politici.

Il “Malo” Spagnolo

Quando la General Motors decise di introdurre sul mercato sudamericano la sua Chevrolet Nova, non anticipò un semplice problema linguistico. In spagnolo, “No va” si traduce letteralmente come “non va” o “non funziona”. Questa involontaria gaffe linguistica ha reso il veicolo oggetto di scherno e ha sicuramente influito sulle sue vendite in diversi paesi di lingua spagnola. L’incidente mette in luce l’importanza di una ricerca di mercato accurata e la necessità di considerare ogni aspetto culturale e linguistico quando si introduce un prodotto all’estero.

La Bibbia e l’unicorno

Una delle traduzioni più influenti nella storia dell’umanità riguarda senz’altro la Bibbia. In alcune traduzioni antiche dell’Antico Testamento, ci sono riferimenti a un animale chiamato “unicorno”. Questo derivava da un errore nella traduzione dell’ebraico “re’em”, che si riferisce probabilmente ad un orice o ad un altro animale con corna. La parola “unicorno”, tuttavia, ha alimentato per secoli immaginari e leggende sulle mistiche creature a un corno.

La dottrina Monroe “Misunderstood”

Quando il presidente degli Stati Uniti James Monroe annunciò la sua celebre dottrina nel 1823, affermando che qualsiasi intervento europeo nelle Americhe sarebbe stato visto come un atto di aggressione, gli spagnoli tradussero “misunderstood” (frainteso) come “disprezzato”. Ciò portò a tensioni non necessarie tra i due paesi.

“Vai e diventa fertile”

Quando la traduzione inglese della Bibbia da ebraico fu completata, il passo in cui Dio dice ad Adamo ed Eva di “essere fecondi e moltiplicarsi” fu erroneamente tradotto come “Vai e diventa fertile”. La traduzione non solo mancava della profondità dell’originale, ma dava un tono molto più banale all’istruzione divina.

L’importanza di essere puliti.

Quando il presidente Ronald Reagan visitò il Brasile nel 1982, voleva esprimere la sua gratitudine per l’ospitalità brasiliana. Invece di dire “Sono felice di essere qui”, la sua dichiarazione fu tradotta come “Io sono felice di essere pulito”. Anche se fu un piccolo scivolone, l’errore divenne una nota comica del viaggio.

 Gaffe di Google Translate in Russia

Nel 2017, per un breve periodo, Google Translate tradusse erroneamente “Federazione Russa” come “Mordor” (la terra oscura nel “Signore degli Anelli”) quando si usava l’ucraino come lingua di partenza. Sebbene fosse un evidente errore, la traduzione ha suscitato molte risate e polemiche.

“Ape madre” in Italia

Quando il brand di elettronica Jolly Washer introdusse un nuovo prodotto in Italia, non si aspettava che il nome “Jolly Washer” fosse tradotto come “Ape Madre”, che suona simile, ma ha un significato completamente diverso. L’azienda ha dovuto cambiare il suo branding per il mercato italiano.

L’incomprensione di Starbucks in Germania

Nel tentativo di espandersi in Germania, Starbucks ha introdotto la sua bevanda “Misto” senza realizzare che in tedesco “Mist” significa letame. Non sorprendentemente, la bevanda non è stata ben accolta dai tedeschi fino a quando il nome non è stato cambiato.

Concludendo, sugli errori di traduzione…

L’arte della traduzione è un compito delicato e complesso che richiede non solo una profonda conoscenza delle lingue, ma anche delle culture, dei contesti e delle sottigliezze che le parole possono portare. Come questi esempi storici hanno dimostrato, piccoli errori o malintesi possono avere ripercussioni enormi, dalle tensioni geopolitiche alle crisi aziendali, passando per incomprensioni scientifiche.

È fondamentale riconoscere l’importanza dei traduttori e degli interpreti nel nostro mondo globalizzato. La loro capacità di navigare tra le sfumature linguistiche e culturali ha il potere di costruire ponti tra le nazioni e prevenire disastri potenziali. In un’era in cui la comunicazione è più accessibile che mai, è anche più importante che mai garantire che i messaggi vengano trasmessi chiaramente e accuratamente.

Questa rassegna ci serve anche come monito sul fatto che dovremmo sempre cercare di comprendere a fondo le sfaccettature di ciò che viene comunicato, specialmente quando ci avventuriamo al di fuori delle nostre lingue e culture native. L’empatia, la pazienza e una mente aperta sono essenziali per garantire che i messaggi non solo siano trasmessi, ma anche compresi nella maniera in cui sono intesi.

Ed è quel che facciamo presso InnovaLang: tradurre con estrema attenzione, sapendo quali posso essere le conseguenze di una scarsa qualità!

Autore: Federico Perotto, with a little help from ChatGPT 4 :-)

A cura di InnovaLang, agenzia di traduzioni Torino. Mettici alla prova, chiedici un preventivo!

Ricorda: InnovaLang tratta…