L’importanza della traduzione professionale nella sicurezza per il lavoro
Anni fa, cena di lavoro con colleghi in un ristorante nei pressi della stazione di Porta Susa, a Torino.
Tiriamo tardi, e il personale per la pulizia del locale ci fa capire garbatamente che l’orario di apertura sta terminando mettendosi a lavare i pavimenti.
Tirano fuori secchi, scopettoni e il classico grosso conetto segnaletico che nella versione originale inglese evidentemente presentava la scritta “CAUTION – Slippery when wet” (ATTENZIONE – Pavimento bagnato), che però nella versione “localizzata” riportava orgogliosamente la scritta “CAUZIONE – Scivoloso quando bagnato”.
Ora, questo aneddoto fa ridere, ma purtroppo rispecchia in situazioni ben più gravi la leggerezza con cui viene trattata la localizzazione dei testi in ambito di sicurezza, tanto in ambito circoscritto come nella “divertente” situazione qui sopra citata, quanto in caso di regolamentazione ad ampio raggio come negli articoli 36 e 37 del D. Lgs. 81/08 i quali evidenziano come, rispetto ai singoli lavoratori, il datore di lavoro sia tenuto a provvedere affinché ciascun lavoratore riceva adeguata informazione e formazione su:
– rischi specifici ai quali è esposto in relazione all’attività e ai compiti svolti, e circa le rispettive regole di sicurezza e normative in materia;
– pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi, sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;
– misure e attività di prevenzione e protezione adottate relativamente a prevenzione incendi, primo soccorso, sicurezza sul posto di lavoro, e tutti gli aspetti correlati.
In tali articoli si evidenzia come l’eventuale esigenza di adattamento linguistico (traduzione professionale) per mettere ogni lavoratore nella condizione di comprendere correttamente i contenuti di cui sopra vada affrontato al momento dell’assunzione.
Detto in parole povere: se assumo uno straniero che non parla bene e/o non comprende bene l’Italiano, allora diventa mio onere trasferirgli le informazioni in una lingua di cui abbia piena competenza.
Va da sé che si tratterà di informazioni da trattare in modo accurato tanto nella lingua di partenza (nel nostro caso, generalmente l’Italiano e talvolta l’Inglese), quanto nella lingua di arrivo in cui bisognerà renderle per mezzo di traduzioni complete e totalmente conformi rispetto all’originale, assunto che quest’ultimo sia una base di partenza affidabile.
L’aspetto della “piena conformità” delle traduzioni rispetto ai testi da tradurre è un tema purtroppo sovente bypassato dalla supposta (intesa sia come aggettivo, ma anche come sostantivo…) validità e sufficienza di modelli di traduzione low-cost che attirano l’azienda distratta con le sirene della convenienza economica, vale a dire adottando tariffe basse o fin stracciate usando motori di traduzione automatica con o senza un sommario controllo di revisione umana.
Ebbene, questa scelta risulta generalmente (sempre) scellerata, in quanto di motori per la traduzione automatica ce n’è molti generalisti quindi inadeguati a contestualizzare settori definiti e applicare scelte terminologiche adatte, e pure quando vengono identificati sistemi adatti per linguaggi settoriali precisi, questi non garantiscono piena corrispondenza con l’originale e correttezza formale per le quali è necessario l’intervento di professionisti della traduzione.
La stessa Google ha alzato le mani di fronte all’evidenza di impossibilità di garantire una traduzione di qualità con il suo Google Translate per uso lavorativo/professionale, con un effetto boomerang anche in termini di SEO, come illustrato in un nostro articolo di qualche mese fa.
Tornando agli articoli 36 e 37 del D. Lgs. 81/08, ci sono tante sentenze di cassazione che confermano la necessità di applicarne le direttive con attenzione, quindi con la giusta cura nell’assegnare i relativi compiti di traduzione a professionisti e mediatori culturali specializzati.
Nexum ABLE, società del nostro Gruppo che si occupa di sicurezza sul lavoro a Roma (e che ringraziamo per il gentile contributo) ci ha fornito due esempi concreti di criticità vissute in prima persona, riferite alla mancata applicazione di una corretta comunicazione plurilingue in ambito sicurezza.
Si tratta di due incidenti occorsi due anni fa nelle campagne di Maccarese (Roma), in un comparto lavorativo che occupava prevalentemente operatori agricoli, con una composizione di squadra di lavoro con operatori prevalentemente di origini indiane, inclusi alcuni capo squadra / preposti al ruolo data la lunga permanenza nel nostro paese, e alcuni di nazionalità italiana.
Da Nexum ABLE: “Nel primo caso si è verificato un infortunio sul lavoro dovuto al travaso di sostanze chimiche in contenitori diversi dagli originali (una bottiglia), e la ingestione di tale prodotto chimico da parte di un operatore, che pensava fosse acqua. Lo stesso si è sentito male ed è stato ricoverato in ospedale. A seguito di una verifica da parte della ASL, è stata comminata una sanzione a carico del datore di lavoro.
In un altro caso più drammatico, presso una seconda azienda agricola della stessa zona un altro lavoratore indiano si era portato a casa alcuni contenitori anch’essi contaminati da sostanze chimiche tossiche e, dopo averli usati per cucinare, è deceduto. Anche in questo caso il datore di lavoro è stato sanzionato.
In entrambi i casi le aziende coinvolte hanno ritenuto importante attivare una iniziativa di nuova informazione e formazione per tutto il personale dipendente e preposti, in base a quanto disposto dal D. Lgs. 81/08.
È stato strutturato un primo incontro interlocutorio per definire i moduli formativi da realizzare nel sito del cliente, notando che se la comprensione della lingua italiana per i preposti era di livello variabile, non lo era per gli operatori, dei quali in molti non avevano competenze in lingua italiana.
Si è pertanto cercato di risolvere tale problematica ricorrendo a produrre materiale informativo in lingua inglese o francese, nella speranza che fosse più comprensibile dalle maestranze; ma anche tale iniziativa non dava la certezza della comprensione da parte dei discenti. Dopodiché è stato coinvolto un operatore linguistico esperto in traduzione professionale a mediare direttamente tra lingua italiana e indiana.
Ovviamente tale percorso è risultato più impegnativo, costoso e di non facile strutturazione, ma sicuramente più appagante dal punto di vista professionale per i docenti, che hanno visto il gruppo di lavoro coinvolto, gratificato dal fatto che il proprio datore di lavoro si occupasse fattivamente del loro lavoro e soprattutto del loro “lavoro in sicurezza”, e non considerasse solo il modulo formativo un mero adempimento burocratico.”
In questi due casi, prima di decidersi a somministrare una formazione adeguata, le due aziende in questione hanno palesato lacune generali in ambito comunicativo: forse sarebbe bastato prestare attenzione a corredare i luoghi di lavoro e gli strumenti utilizzati con una segnaletica plurilingue rispettosa delle diverse lingue in campo (oltre che del D. Lgs. 81/08!) per evitare incidenti e sanzioni, oltre che per sviluppare un ambiente più armonioso, con tutto ciò che ne consegue in qualità del lavoro.
In InnovaLang supportiamo una maggiore sicurezza sul lavoro grazie al nostro servizio di traduzione professionale.
A cura di InnovaLang, agenzia di traduzioni Torino. Mettici alla prova, chiedici un preventivo!
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