Qualche mese fa siamo stati incaricati di supportare Planter nella traduzione professionale dei contenuti in lingua inglese.

Alcuni di noi già conoscevano questa app, e siamo stati da subito entusiasti di poter supportare il loro progetto.

In particolare, ci siamo presto imbattuti e abbiamo avuto modo di collaborare in stretto coordinamento con la co-fondatrice e direttrice scientifica di Planter, la dottoressa Silvia Goggi, che ci ha trasmesso in ogni occasione di confronto una enorme competenza e passione nel suo lavoro e nella sua creatura imprenditoriale.

Diamo quindi seguito alla prima uscita della rubrica “I nostri bellissimi clienti” che potete rileggere qui e in cui avevamo presentato Appeaty, un’altra app in ambito ricettivo/alimentare, con un’intervista a Silvia Goggi.

Silvia, raccontaci della genesi di Planter. Che cosa ti ha ispirato, nel momento in cui l’hai concepita?

Stavo (come faccio sempre ogni venerdì) preparando i piani alimentari per i pazienti che avevo visitato quella settimana, era un lavoro molto lungo perché giustamente andava tenuto conto nella proposta di menu anche delle esigenze della loro famiglia, delle loro capacità culinarie, di quello che mi avevano detto durante la visita… per dare loro delle idee andavo su YouTube a cercare ricette, in particolare quelle di Cucina Botanica che avevo da poco conosciuto. Mi è venuta l’idea di unire le nostre due forze, quella di un medico nutrizionista e quella di una creator di ricette vegetali facili, veloci, e irresistibili. Ed ecco come nasce l’idea di Planter!

A cosa serve Planter? Quale problema risolve?

Quando si vuole mangiare vegetale o comunque più sano, mancano le idee per ricette che mettano d’accordo tutta la famiglia. Si devono passare ore su Internet a cercare ricette che possono andare bene, scriverle su un foglio per stilare un menu settimanale, compilare la lista della spesa, il tutto senza essere veramente sicuri di aver costruito un menu bilanciato con le dosi rispettose dei fabbisogni di tutti i membri della famiglia. Planter risolve questo problema, dato che fa tutto in automatico grazie a un algoritmo che “ragiona” come un nutrizionista!

A chi può interessare maggiormente Planter?

A chi vuole passare a una alimentazione vegetale perché si rende conto che è la cosa la più giusta da fare in questo momento storico, ma non sa da che parte cominciare. 

Qual è l’elemento di innovazione digitale più importante, in Planter?

Esistono soprattutto all’estero applicazioni simili che pianificano un’alimentazione vegetale, ma nessuna ha il grado di personalizzazione di Planter e la capacità di calarsi perfettamente nella vita frenetica delle persone, semplificandogliela invece di complicarla. Planter pianifica l’alimentazione già dai sei mesi d’età, con lo svezzamento, e ha a disposizione una chat sette giorni su sette nella quale si può contattare un nutrizionista esperto di alimentazione vegetale per porre le proprie domande.

A che punto siete, nello sviluppo imprenditoriale di Planter? E i prossimi passi?

Sebbene l’idea ci sia venuta alla fine del 2020, siamo sul mercato solo da maggio del 2023, quindi neanche da un anno! Abbiamo investito tutti i primi ricavi per migliorare l’applicazione secondo le richieste degli utenti e per renderla ancora più performante. il prossimo passo è quella di renderla disponibile in più lingue.

Quanto conta, e quali caratteristiche deve avere, l’internazionalizzazione dei vostri contenuti in altre lingue?

Il nostro punto di forza è la forte componente di cucina italiana che si respira nelle nostre ricette, vogliamo che questo sia reso molto chiaro!

E saremo al vostro fianco, in questo principio! Hai un aneddoto divertente da raccontarci, rispetto alla tua esperienza in Planter?

Quando abbiamo avuto l’idea pensavamo che l’unica cosa che potessimo permetterci con le nostre forze sarebbe stato un PDF inviato ogni mese agli iscritti. Per fortuna abbiamo sognato in grande ed eccoci qui!

Grazie mille e continua a sognare in grande, Silvia!

Per saperne di più: https://planter.eco

Il profilo LinkedIn di Silvia Goggi è qui.