Tradursi ai pranzi di lavoro? Smart networking? Solo giochi di parole, o… Ecco che cosa abbiamo scoperto!

L’anno scorso siamo stati incuriositi dal LocLunch, evento ricorrente di cui vedevamo sempre più frequenti richiami e fotografie su LinkedIn… Finché nel mese di ottobre non ne siamo stati coinvolti grazie all’invito di Sara Pisano (www.sarapisano.com), che con grande entusiasmo ha accettato di raccontarci qui la sua esperienza. Non è un caso se pubblichiamo questo articolo oggi, il secondo giovedì di marzo in cui si sarebbe dovuto tenere il LocLunch mensile, saltato a causa dell’emergenza Coronavirus: è proprio in queste situazioni che si dà maggior peso, spesso sottovalutato o scontato, al valore dei rapporti e degli incontri interpersonali.

Prima di tutto, due parole su di te, Sara!

Volentieri! Ho 36 anni, sono Pugliese di origine ma vivo a Roma da 10 anni e in questi mesi mi trovo di passaggio a Torino. Mi sono laureata in Traduzione e Interpretariato presso l’Università del Salento, ho conseguito un master in Localizzazione presso l’agenzia formativa tuttoEuropa di Torino ed è proprio in questo settore, quello della localizzazione, che lavoro da quasi 15 anni come traduttrice, revisore e, negli ultimi anni, principalmente come Language Lead. Credo molto nel networking e nell’associazionismo: sono socia AITI da 11 anni e da pochissimo faccio anche parte del management del nuovo chapter italiano di Women in Localization.

Sara, che cos’è il LocLunch?

Il LocLunch è un’iniziativa nata poco più di un anno fa dalla mente visionaria del titolare di una LSP tedesca, Jan Hinrichs. Si tratta di un semplice pranzo a cadenza mensile, di norma il secondo giovedì del mese, tra professionisti del settore. Ogni città ha un suo ambasciatore (io lo sono stata a Roma e ora a Torino) che si occupa dell’organizzazione. Ognuno può partecipare liberamente, ciascuno paga il proprio pasto ed è un evento incredibilmente inclusivo: al LocLunch prendono parte titolari di aziende, responsabili a vario titolo di agenzie di servizi linguistici, traduttori freelance, studenti. Tutti accomunati da un unico fattore: l’interesse verso la Language Industry.

Qual è il segreto del suo successo, su cosa fa leva?

Io credo che se in poco meno di un anno l’iniziativa si sia diffusa praticamente in tutto il mondo, è perché si basa su un concetto semplice quanto, a volte, poco tenuto in considerazione: anche se il nostro è un settore altamente digitalizzato, spesso svolto in telelavoro, dove tutto (o molto) avviene online, è anche vero che il fattore umano continua ad avere un’importanza fondamentale. Le persone hanno bisogno di vedersi, di stringere relazioni dal vivo, di discutere di lavoro di persona. Le occasioni non mancano, ma spesso sono troppo formali e costose, nonché a compartimenti stagni (solo per agenzie, solo per traduttori, ecc.). Il LocLunch è un’occasione informale ed economica di venire in contatto con altri professionisti del settore, a più livelli, in una situazione rilassata e piacevole. In più, l’eterogeneità dei partecipanti fa sì che sia più facile scambiare e raccogliere opinioni su vari temi di interesse professionale da punti di vista diversi, abbattendo così le barriere tra ruoli e permettendo un confronto più immediato e completo. Infine, il fatto che si svolga quasi contemporaneamente in svariate città del mondo ha un certo appeal: è molto bello vedere, verso la metà di ogni mese, le foto dell’evento scattate in ognuna di esse. Ambientazioni differenti, stessi sorrisi, stessa atmosfera comune.

Quale impatto sta registrando nel settore, questa modalità di smart networking?

Secondo me, un impatto notevole. Ormai quasi ogni capitale o grande città nel mondo ha il suo LocLunch, e in alcuni stati si svolge anche in più città (in Italia attualmente a Roma, Milano, Genova, Torino, Napoli, Bologna, Pordenone e Bari). LocLunch “speciali” stanno diventando un appuntamento fisso in occasione dei più prestigiosi eventi internazionali del settore. Stiamo riscoprendo l’importanza di confrontarci (e perché no, anche di fare affari) in modo più umano e trasversale.

Quanti sono i partecipanti?

Non credo siano state fatte stime precise, e ogni LocLunch è variabile a seconda della città e dell’occasione. Non sono infrequenti piacevolissimi LocLunch con sole due commensali; ma si sono visti pranzi con ben sessanta LocLunchers!

Come si fa, per parteciparvi?

È molto semplice. Ci si registra all’evento (annunciato dall’ambasciatore su LinkedIn), ci si reca al ristorante e ci si gode il pranzo in ottima compagnia! Per conoscere date e ambasciatori, basta iscriversi al gruppo LinkedIn globale (LocLunch Global) o ai gruppi locali (per l’Italia, LocLunch Italy).

Sara, grazie mille per la tua simpatia e disponibilità, e… Ci vediamo al prossimo LocLunch, grande esempio di smart networking!

Mettici alla prova, chiedici un preventivo! :-)